martedì 17 marzo 2015

Riemersi Dal Passato


Buon pomeriggio cari lettori!

Ogni volta mi riprometto di scrivervi di più, ma poi gli impegni mi fanno desistere.
Tuttavia, mentre giro di conferenza in mostra, interrotta da altri progetti, mi diletto nella scrittura di articoletti giornalistici.
Sperando vi piaccia, vi propongo l'ultimo che ho scritto:


Lo posto anche qui sotto.
Buona lettura!
La vostra Ivy

Molte domande ancora aleggiano attorno all’arte classica, molte hanno trovato risposta grazie a tesori trovati in fondo al mare.
Proprio dalle acque del nostro mare, il Mediterraneo, sono emerse due statue in perfetto stato di conservazione, ma colme di interrogativi: i Bronzi di Riace.
In onore di queste due imponenti sculture bronzee, il 14 marzo 2015 alle 18.00 si è tenuta presso l’Associazione Magna Grecia in Via Verruca a Trento una serata culturale dal titolo “I Bronzi di Riace, dalle origini alla vita nel museo”, tenuta dalla docente di storia dell’arte prof.ssa Rita Mattocci.
Sebbene oggi possa sembrare difficile parlare di archeologia, a distanza di millenni, la professoressa, partendo da una veloce analisi della scultura classica ed arcaica per poter apprezzare meglio le loro fattezze e l’armonia delle proporzioni classiche, ha fatto emergere questi enigmi irrisolti: chi avrebbero dovuto rappresentare le due statue? Due divinità o due guerrieri?
I Bronzi sono stati ritrovati nel 1972 da un sub dilettante, il romano Stefano Mariottini, a circa 300 m. dalla costa: come sono arrivate fin lì? Forse in seguito ad un naufragio, assieme ad altre statue ancora non emerse? O sono state gettate per alleggerire l’imbarcazione durante una tempesta?
Inoltre, chi le ha plasmate? Il grande Fidia? O il bronzista Pitagora di Riace?
Per ora si possono fare solo supposizioni. È certa la bellezza senza tempo dei due uomini dai muscoli guizzanti e definiti, lo sguardo fiero di calcite, le dita, che ora tendono il vuoto, un tempo probabilmente riempite da una lunga lancia… Così possenti, eppure così fragili. Costruite probabilmente nel V secolo a.C., dal 1972 al 2013 hanno subìto numerosi restauri: prima per togliere i detriti del fondale calabrese, poi per bloccare l’ossidazione delle parti più fragili.
Finalmente nel 2013 sono stati posti in una camera creata appositamente per la loro perfetta conservazione nel Museo Nazionale Archeologico di Reggio Calabria, su piedistalli antisismici in marmo di Carrara realizzati dal laboratorio ENEA di Roma.
Passare accanto a due giganti di bronzo è un’esperienza indescrivibile, colma di soggezione e riverenza nei confronti di un passato che ha prodotto il nostro presente. Due uomini che avrebbero forse lottato per il proprio Paese, e che oggi, metaforicamente, probabilmente farebbero lo stesso.
Infatti non si riesce più a tenere il conto delle polemiche che ruotano attorno al Museo e all’eventuale trasporto a Milano in occasione dell’EXPO dei due guerrieri. Chissà cosa direbbero, se potessero parlare…


1 commento:

  1. Ciao Lucetta, Grazie mille!
    Ti ho risposto nel tuo.
    Passa quando vuoi!
    Ivy

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